E allora ve lo raccontiamo noi attraverso le parole di Cristina Tornali, presidente dell’AIN (Associazione Italiana per Neurodisabili) e Direttrice del Centro Siciliano dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria. E’ proprio lei ad aver istituito il premio internazionale Virdimura dedicato alle donne e giunto alla settima edizione.
Virdimura, la decisione della commissione toponomastica
Nei giorni scorsi la commissione toponomastica del Comune di Catania ha reso note le nuove decisioni sulle strade da intitolare a personaggi illustri. Uomini e donne che hanno avuto un ruolo importante nella società e quindi meritevoli di memoria. La strada che verrà intitolata a Virdimura è quella nei pressi della caserma dei vigili del fuoco di San Giovanni Galermo. Ma nella decisione della commissione si spiega che “Virdimura” fu la prima donna ufficialmente autorizzata ad esercitare la medicina e la chirurgia in Sicilia. “Riconoscere Virdimura come prima donna medico in Sicilia è una verità – spiega Tornali -. Nel 1376 non esisteva ancora l’Italia e la Sicilia era già un regno.
Una verità parziale dunque perché in realtà non si riconosce al mondo, nonostante le medichesse che praticavano senza alcuna autorizzazione l’arte medica, nessuna donna ufficialmente autorizzata con un vero e proprio esame di Stato. Ancora non erano sorte le Università e la Virdimura ottiene, attraverso l’esame di una Commissione Regia fatta di medici e fisici del tempo, una sorta diremmo ora di “laurea abilitante”.
Al momento non abbiamo documenti di altre donne in altri luoghi del mondo prima di questo attestanti la giuridicità dell’esercizio alla professione medica di altra “medichessa”. Per questo a ragion veduta la Virdimura, ad oggi risulta la prima donna medico al mondo”. E ad avvalorare questa posizione, sottolinea Tornali, ci sono tanti studi scientifici. Ricerche che la stessa Tornali insieme ad Ignazio Vecchio, docente di Storia della medicina dell’Università di Catania ha fatto negli anni. E sanciti dalla Società di storia della medicina di cui è presidente Elio Cardinale. A promuovere l’intitolazione è stata la professoressa Silvana Raffaele, componente della commissione Toponomastica.
L’impegno di Virdimura per la diffusione della medicina
Nonostante avesse vissuto in uno dei periodi più complessi della storia, il Medioevo, Virdimura, fu una delle donne più impegnate del suo tempo. Autorizzata ad esercitare la medicina e la chirurgia dopo aver superato un esame. Gli studi su di lei hanno confermato che Virdimura a Palermo fu esaminata da una “commissione regia”. Ad attestare questo traguardo un documento del 7 novembre 1376, come spiega Cristina Tornali, testo conservato all’Archivio di stato di Palermo.
Il documento attesta che la donna ottenne la licenza per poter praticare la scienza medica. Idonea, quindi, all’attività medica in tutto il regno di Sicilia. Virdimura sostenne, quindi, un vero e proprio esame di Stato della quale si conserva il documento ufficiale che contiene una nota di merito per la sua dedizione alla cura dei poveri e dei disabili. Ma come sottolinea Tornali questo conferma “che fu la prima donna al mondo a poter esercitare”, non solo prima donna in Sicilia. Prima non ci sarebbe stato nessun altro. Virdimura era una donna ebrea sposata con Pasquale di Catania, di professione medico.
Il premio internazionale dedicato a questa donna straordinaria
Virdimura, quindi, ebbe l’abilitazione all’esercizio della professione medica. Secondo i documenti che la riguardano, curava donne, poveri e disabili. E proprio per questo importante impegno nel sociale nasce un premio internazionale intitolato a lei. La settima edizione si è svolta a Catania la cerimonia di consegna ufficiale del Premio Internazionale Virdimura, giunto alla sua VII edizione. Obiettivo del premio è finalizzato al ruolo della figura femminile e delle donne nella società civile, nelle scuole, nelle Università, nelle Istituzioni. Ma anche affermare la cultura della solidarietà e della lotta contro le disabilità fisiche, mentali e culturali, contro ogni forma di discriminazione, di soprusi e di femminicidi. E nel luglio di quest’anno premiata Corinne Devin, ufficiale medico del comando generale dei Marines americani.