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Bella de Paija e Virdimura de Medico

Giovedì, 19 Dicembre 2019 12:10 Scritto da 

Le donne catanesi che si sono distinte e sono riuscite, con la loro grande forza d’animo, ad interfacciarsi con la società della loro epoca sono davvero molte. Vi abbiamo parlato di Peppa ‘a Cannunera, eroina dell’800, fino ad arrivare ai giorni nostri parlandovi di Giusy Agnello, prima donna a ricoprire la carica di comandante del Compartimento Polizia Stradale per la Sardegna.

Tra queste ci sono le medichesse catanesi Bella de Paija e Virdimura de Medico. Esse sono riuscite a prendersi cura del “diverso” e del malato con amore e caparbietà. Di origine ebrea ed appartenenti ad un ceto alto, hanno vissuto tra l’amore dei pazienti e la gelosia che nutrivano i colleghi maschi nei loro confronti per il successo che stavano riscuotendo in tutta la Sicilia. La prima “medichessa” d’Italia fu Trotula, donna salentina vissuta nel XI secolo.

Bella de Paija e Virdimura de Medico: due medichesse catanesi a cavallo tra il ‘300 e il ‘400

Vissute tra il 1300 e il 1400, sia Bella de Paija che Virdimura de Medico diverranno famose in tutta la Sicilia per la loro bravura. I pazienti le lodavano e, contenti delle cure che ricevevano dalle due donne, le riempivano di cospicui onorari.

Bella era di Mineo ed operava in provincia di Catania. Ben presto la sua maestria è riuscita ad arrivare oltre i confini di quel paesino catanese. Non avente l’abilitazione all’esercizio della professione da medico, grazie alla regina Bianca di Sicilia che ordinò agli amministratori di Mineo di rispettarla perché praticante “cum sanitati di li piacenti”, la famosa medichessa entrerà ufficialmente nella sanità italiana il 6 settembre del 1414.
La catanese Virdimura, al contrario di Bella, si è sottoposta invece alla prova di abilitazione. Il documento di idoneità all’esercizio della professione le verrà rilasciato nel novembre del 1376 ed attesterà la validità delle sue cure. All’interno del documento, per volere della stessa donna, verrà scritta una specifica richiesta. “Poter curare i poveri e tutti quelli che non potevano pagare gli esosi onorari chiesti dagli altri medici”. Virdimura fu la prima donna ufficialmente autorizzata ad esercitare la medicina e la chirurgia in Sicilia.

Gli studi  su Virdimura sono stati portati avanti dopo gli anni ’80 dal Prof. Ignazio Vecchio, titolare della Cattedra di Storia della Medicina di Catania e Direttore del Centro Siciliano della Società Italiana di Storia della Medicina insieme alla Prof.ssa Cristina Tornali.

Le “medichesse” in aiuto delle donne

Donne e medicina non sono mai andate d’accordo in quei secoli. Additate come streghe o fattucchiere, spesso le medichesse venivano isolate dalla realtà della medicina. Solo i pazienti riuscivano a fidarsi e ad affidarsi completamente alle loro mani. Le medichesse soccorrevano ogni qualsivoglia malato, ma erano specialmente donne a chiedere il loro aiuto. In quegli anni uno dei problemi maggiori per le ebree era la “perdita della verginità” prima del matrimonio. La paura della “Ketubba” era tanta: il ripudio in questo caso sarebbe stato l’unica soluzione. Così le donne che si trovavano in questa condizione cercavano di rimediare, provando a ritrovare la verginità perduta, affidandosi alle mani delle medichesse. Queste, grazie alla chirurgia plastica molto in voga nella letteratura medica di quegli anni, riuscivano a “ricostruire” la parte fisica andata persa.

Premio Internazionale Virdimura: un esempio per le nuove generazioni di medici

In ricordo all’impegno e alla bravura della medichessa catanese, è stato istituito un prestigioso premio internazionale, il “Premio Internazionale Virdimura”. Una testimonianza dell’importante esempio di pace e di rispetto di ogni qual forma di etnia che le medichesse catanesi e italiane dell’epoca hanno dato. Il suddetto premio mira a formare i giovani che intendono intraprendere la carriera da medico preparandoli a diventare i protagonisti di una società basata (si spera) sui valori della pace e della collaborazione fra popoli, culture e religioni.
La Prof.ssa Cristina Tornali  ha istituito il premio Internazionale Virdimura  dopo averne ella stessa avuto il primo riconoscimento dalla Società Italiana di Storia della Medicina. 

Lo scorso 11 giugno il Premio Virdimura, arrivato alla sesta edizione, è stato assegnato alla Presidente della Repubblica di Malta, Marie Louise Coleiro Preca, per la sua speciale attenzione alla salute dei bambini e al sociale.
Il Premio è stato consegnato dalla prof. Tornali insieme al Prof. Vecchio e al Prof. Cardinale, come autorità della Società Italiana di Storia della Medicina all’Università degli Studi di Catania, alla presenza del Magnifico Rettore Francesco Basile, presso l’aula magna del palazzo centrale dell’Università etnea.
Il premio viene patrocinato dall’Ain ONLUS che è un marchio registrato internazionale per le attività mediche e di ricerca. Il Premio Virdimura ha inoltre il riconoscimento del MIUR.

Ultima modifica il Giovedì, 19 Dicembre 2019 13:29
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